Claudia sta studiando per diventare educatrice e ha trascorso 6 mesi di tirocinio a Villa Ratti. Terminato qui il suo percorso, ha salutato lo staff con una lettera in cui esprime la sua gratitudine verso i suoi colleghi e verso la comunità. Quella lettera è appesa alla bacheca nell’ufficio degli educatori e dice così:

“I giardinieri hanno imparato che non si può forzare la natura, che si può solo conoscerla, seguirla e facilitarne i compiti. Se occorre un anno perché nel nostro clima una pesca arrivi a maturazione, è inutile cercare di ottenerla in sei mesi, poiché il frutto che si otterrà non è che l’imitazione esteriore di una pesca; ne avrà la forma e il colore, ,a non il sapore né il valore nutritivo.

I giardinieri, avendo appreso tutto questo con l’esperienza, hanno un’infinita pazienza, sanno bene che non sono loro a far maturarla pesca, ma sanno anche qual è il valore del loro sforzo quotidiana che permette alla natura di dare frutti di una bellezza e di un sapore che non hanno confronto con quelli selvatici”
(J.Drospy)

In questo contesto, penso non ci sia una figura migliore del giardinieri alla quale poter paragonare l’educatore.
Mi piace pensare che siamo chiamati a seminare per cambiare delle vite.
Carlo Maria Martini diceva: “Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto.”

Vi volevo ringraziare, quindi, per avermi insegnato la perseveranza nel continuare a gettare questo seme e a prendermene cura; a starci dentro e a credere nei nostri ragazzi.
Grazie per essere riuscito a farmi cogliere la bellezza dell’attesa di questo frutto e, al tempo stesso, a vivere la fatica dell’aspettare in modo positivo.
Grazie per avere condiviso con me questa parte del mio cammino!
Claudia