«…ti do la mia prospettiva: ero sprofondata, non vedevo nulla. Un vuoto nero e costante che mi divorava. È difficile spiegare, far comprendere questa voragine nel petto che rendeva impossibile sapere chi fossi o cosa fare. Ero in un baratro così profondo da farmi desiderare di sparire, di farla finita, perché sembrava l’unica via d’uscita, la forma di liberazione più veloce.

La solitudine era la conseguenza naturale: gli amici non potevano capire e i genitori, pur volendo bene, erano inermi di fronte a un dolore così grande.

Quando sono crollata, non sapevano dove mettere le mani. Ero ancora più sola.

Poi è arrivata la Comunità Il Volo.

Qui, la prima cosa che ti levano dalla testa è che sei sola. Il Volo ti è accanto.
Ti prendono per mano in questo vuoto e ti aiutano a guardare: cosa ci hai messo dentro? Perché se c’è un vuoto, lo riempiamo, ma dobbiamo assicurarci che non sia con cose che fanno ulteriormente male.
In questo lungo percorso, piano piano, sono arrivate le risposte. Sono riuscita a ritrovarmi.
Oggi non sono più sola!»

Giada – ospite comunità Il Volo