Mi chiamo Paolo ho 63 anni e mio figlio, che ad oggi ne ha 31, soffre di un disturbo borderline di personalità di tipo narcisistico, diagnosticato nel 2012.

Mi è stato chiesto di scrivere alcune riflessioni sulla mia esperienza accanto a mio figlio durante il percorso terapeutico-riabilitativo a Villa Ratti in occasione della festa del papà e ho accolto questa richiesta con piacere! Parlerò quindi un po’ di me, anche se i problemi affrontati sono stati equamente divisi con mia moglie.

Penso che quello che mi è successo sia una delle cose più brutte che possano capitare ad un genitore; un figlio con disturbi di questo tipo crea un malessere costante e una altrettanto costante preoccupazione per il futuro.

È una situazione difficile da affrontare e chiedere aiuto anche per me stesso è stato fondamentale, necessario, per imparare a gestire e superare i vari stati d’animo che io e mia moglie ci siamo trovati davanti.

Inizialmente quando il disturbo di L. è diventato evidente il mio sentimento era di vergogna per due aspetti: il primo si riferisce al fatto che lui mi considerava una delle cause principali del suo malessere e per me era difficile rapportarmi con la gente, fatta eccezione per pochi amici intimi che ci sono sempre stati vicini; il secondo era causato dal fatto di aver visto inizialmente mio figlio come un ostacolo alla possibilità di avere una vita serena.

La possibilità di incontri mensili con il gruppo familiare a Villa Ratti è stata un aiuto grande! In quelle occasioni infatti ho potuto incontrare molte persone con gli stessi miei problemi e a volte, anche egoisticamente, mi rendevo conto che c’erano situazioni peggiori della mia.

Di volta in volta ho compreso sempre più chiaramente che per quanto io stessi male L. stava peggio di me!

Il confronto con gli altri genitori mi ha aiutato a sviscerare i problemi e a cercare e imparare, modi diversi per rapportarmi meglio con mio figlio. Durante questi incontri, guidati dalla Psicologa familiare de IL VOLO, ho avuto la fortuna di allacciare alcune amicizie con altri genitori che frequento piacevolmente tuttora e con le quali mi confronto sui problemi dei nostri figli.

Queste nuove relazioni, questi incontri sono stati e sono per me e anche per mia moglie una ricchezza in quanto parlare di questi problemi con chi non ne ha avuto esperienza è molto difficile. Un disturbo della mente nonostante sia altrettanto grave quanto una malattia del corpo, ancora oggi viene – nella maggior parte dei casi – percepito come un disagio o poco più.

Il mio grazie va a tutti i professionisti de IL VOLO e a tutti coloro che in molti modi sostengono, anche economicamente, questa realtà preziosa, che ha dato tanto a me e alla mia famiglia.

Oggi, da papà!, spero vivamente che mio figlio possa continuare il suo percorso, avere in futuro un’esistenza migliore e un bel rapporto con il fratello; quanto a me e a mia moglie speriamo di poterlo aiutare il più a lungo possibile.